Epilogo

 

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Un dio martoriato
Paese

 

L'anima si muove nel bosco ingiallito, arrossato.
Si destreggia con abile intuizione e va, va dove non è mai stata. Intricati rami di alberi secolari sono le barriere del tempo. Solo qualche rumore, acuito dal vento e da tenebrosi rumori di un passato che ritorna. Vivere è anche morire, vivere è andare oltre le regole di un equilibrio stabile. I fantasmi assumono nuove forme. Avvolta, sconvolta da mille eventi cerca se stessa nel verde bosco di un tempo non lontano. Folletti impazziti saltellano nella mente cercano riparo all'ombra della razionalizzazione. Tutto accadrà. E' il verbo annunciato, è la parola mai detta, l'incertezza, il dubbio...potrà mai trionfare la certezza? Lei cammina, va e non s'avvede del tempo che copre ogni cosa di polvere, è confusa dal grigiore della materia, basterebbe un soffio, forse solo un profondo respiro, come un leggero vento di primavera per ridare nuovo colore al "trascorso", per premettere il futuro. Gli intricati labirinti sono la palestra della mente, le tortuose vie sono piccole frecce che indicano la strada. Il volto sommerso, la mano stanca, tesa nell'estremo gesto, chiede amore. E tu, uomo, fiero, altero, bambino di un tempo lontano rincorri L'AQUILONE CHE S'E' PERSO NELL'AZZURRO DEI CIELI. Ed ecco che tutto riappare: la sfida, la preghiera, il volto modellato dal vento, l'autunno incombente annuncia il calore di un inverno auspicato.